Scoppia il caso autovelox non omologati: il Codacons annuncia ricorsi e rimborsi. Ecco cosa cambia per gli automobilisti e perché i Comuni rischiano di perdere milioni.
Il Codacons ha acceso i riflettori su una questione destinata a fare molto rumore: migliaia di multe potrebbero essere nulle perché emesse con autovelox non regolarmente omologati. La vicenda ha preso forma in Abruzzo, ma ha implicazioni su scala nazionale. Secondo quanto riportato da Il Centro, l’associazione dei consumatori è pronta ad avviare azioni legali per contestare sanzioni stradali che, se confermate come illegittime, potrebbero costare ai Comuni italiani fino a 40 milioni di euro in rimborsi e mancate entrate.
Autovelox: approvati o omologati? La differenza che fa la legge
Alla base della questione c’è una distinzione tecnica ma fondamentale: l’approvazione è il via libera generale del Ministero per l’uso del dispositivo, mentre l’omologazione è la certificazione specifica che ne garantisce la conformità per l’impiego operativo su strada. E proprio su questo punto si concentrano i dubbi sollevati dal Codacons: molti autovelox in uso sarebbero approvati, ma mai ufficialmente omologati, come previsto dall’art. 142 del Codice della Strada e dal relativo regolamento attuativo. La differenza non è solo burocratica: senza omologazione, le sanzioni elevate potrebbero essere considerate illegittime da un giudice, e quindi annullabili.
Cosa succede adesso? Scenari possibili per automobilisti e Comuni
Il caos è già cominciato. Sono centinaia i ricorsi già depositati, e molti altri ne arriveranno se i tribunali dovessero dare ragione ai primi automobilisti. Il Codacons ha annunciato che intende chiedere l’annullamento delle sanzioni e la restituzione delle somme incassate indebitamente, creando uno scenario di potenziale contenzioso senza precedenti. Ma non solo: i Comuni coinvolti potrebbero subire un danno economico significativo, sia per i rimborsi da effettuare, sia per il blocco di future entrate legate alle multe. In Abruzzo, solo per il 2023, si stimano incassi da autovelox superiori a 40 milioni di euro, oggi a rischio.
Cosa devono fare gli automobilisti
Se hai ricevuto una multa da un autovelox, e vuoi sapere se è valida o meno, ci sono alcuni passaggi chiave da seguire:
- Controlla la documentazione allegata: verifica se è indicato il modello dell’autovelox utilizzato.
- Richiedi l’accesso agli atti al Comune o all’ente che ha emesso la sanzione, per avere copia dei certificati di omologazione.
- Rivolgiti a un’associazione consumatori o a un avvocato per valutare se presentare ricorso al Giudice di Pace.
Il termine per impugnare la multa è 30 giorni dalla notifica (o 60 giorni in caso di ricorso al Prefetto). La possibilità di ottenere l’annullamento dipende dalla presenza o meno dell’omologazione e da eventuali precedenti giurisprudenziali.
Le implicazioni giuridiche: cosa dice la Cassazione
La questione non è del tutto nuova. In diverse sentenze passate, la Corte di Cassazione ha sottolineato la necessità dell’omologazione, ritenendo nulla la sanzione se il dispositivo non risulta pienamente conforme alle norme previste. Nel 2022, ad esempio, una sentenza ha ribadito che la sola approvazione non è sufficiente e che le amministrazioni devono fornire prova dell’omologazione dell’apparecchiatura utilizzata.
Il ruolo del Codacons: una battaglia di principio (e di milioni)
Il Codacons non si limita a una segnalazione, ma ha già annunciato azioni coordinate a livello nazionale. L’obiettivo è duplice:
- Tutela dei diritti dei cittadini, colpiti da sanzioni che potrebbero rivelarsi irregolari;
- Pressione sul legislatore e sugli enti locali, affinché sia garantita trasparenza e legalità nell’utilizzo degli strumenti di rilevazione automatica.
L’associazione ha anche chiesto al Ministero dei Trasporti di pubblicare un elenco aggiornato degli autovelox omologati effettivamente in uso, così da rendere più semplice la verifica da parte dei cittadini.
Impatti futuri: verso una revisione del sistema?
Il caso potrebbe aprire la strada a una revisione completa dell’apparato sanzionatorio automatico, con controlli più stringenti sui dispositivi installati e una maggiore attenzione alle regole procedurali.
Per i Comuni, si impone un ripensamento del modello di gestione del traffico: non si può più contare solo sulle sanzioni per far quadrare i bilanci. E per i cittadini, si profila la possibilità concreta di fare valere i propri diritti di fronte a sanzioni che, se non conformi alla legge, possono essere annullate.